QUALCOSA COMINCIA A CAMBIARE – Parte Prima

QUALCOSA COMINCIA A CAMBIARE – Parte Prima

Da Nicola Cioffi


Ebbene si. All’interno della magistratura qualcosa comincia a cambiare. Si tratta di piccoli fiocchi di neve ma che possono diventare valanga.
Fiocco del 26 marzo 2009. Inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra. Parterre istituzionale nutrito. Berlusconi, primo attore, non perde l’occasione e si concede l’ennesimo strale contro alcuni magistrati  p.m. di Napoli. Il procuratore della Repubblica  Lepore, in quella sede, evita la polemica. Alcuni suoi sostituti, però non evitano e lo criticano … per non aver, lui, subito, criticato. Anzi L’A.N.M., giunta locale, immantinente interviene.            Interviene, però, anche il Procuratore Generale di Napoli Vincenzo Galgano “difendendo” Lepore ed invitando i p.m. a lavorare in silenzio.    Intervengono (quanti interventi), nuovamente, alcune associazioni/correnti, dei magistrati che accusano Galgano di delegittimare, in cotal modo, i p.m.
Il C.S.M. a sua volta, interviene ed apre una pratica “a tutela” dei p.m. disponendo l’audizione di Galgano, di Lepore e dell’aggiunto De Chiara, i quali, si apprende dalla stampa, affermano trattarsi di normale dialettica, frizioni che originerebbero dai contrasti avutisi  allorquando Lepore dispose lo stralcio delle posizioni di alcuni indagati supereccellenti, stralcio contestato dai sostituiti p.m. procedenti. La storia è notissima e va inquadrata nell’annosa Questione Giustizia in Italia.
Fiocco del 14 aprile 2009.  Il Corriere del Mezzogiorno intervista  il P.G. Galgano. Domande “insidiose” cui l’intervistato, la più alta carica inquirente del distretto, non si sottrae, non tergiversa, e non ricorre al linguaggio “magistratese.” Si inizia con domande riguardanti l’ormai famoso contrasto sullo stralcio (operato da Lepore) degli eccellenti, e la mancata critica (di Lepore) a Berlusconi che inaugurava il termovalorizzatore, la reazione di gran parte dei colleghi dei p.m., le critiche dei p.m. esternate a mezzo stampa etc. Insomma la solita rappresentazione. Ecco le risposte trancianti…”colpa delle effervescenze  per le prossime elezioni nelle associazioni  e di alcuni magistrati che all’interno delle correnti della magistratura, ormai orfane delle ideologie, perseguono scopi personali … i p.m. dovrebbero imparare a lavorare in pace ed in silenzio … certo è che lo stesso consiglio giudiziario (piccolo C.S.M. locale) così proclive ad alzare polveroni, alla fine non ha potuto fare altro che formulare parere favorevole alla riconferma di Lepore … essere membri di un organo democratico non significa essere immuni da responsabilità di qualsiasi genere …
– Domanda: Sospetta un ruolo delle correnti della magistratura?
“Questo è un rischio del quale dobbiamo iniziare a essere consapevoli. Non si può ignorare che le ideologie sono venute meno, e che questo fenomeno ha prodotto effetti anche sui raggruppamenti di magistrati associati. La conseguenza è che oggi le correnti sono fatte di persone che perseguono finalità empiriche, più che ideali. Sono insomma, associazioni che hanno obiettivi pratici che coincidono con gli interessi particolari di alcuni protagonisti della vita associativa. I fini possono essere anche ottimi, ma è la maniera per perseguirli che è criticabile”.
Domanda: Dice che ci sono pm che fanno attività di lobby?
“No, quello è un termine anglosassone che esprime un concetto diverso. Dico che ci sono certi pm, e più in generale certi magistrati, che attraverso le correnti di cui fanno parte perseguono scopi concreti che coincidono con interessi personali”.
Domanda: Diranno che cosi non aiuta a fornire alla città un immagine costruttiva della magistratura…
“Sono gli effetti di certi comportamenti dei magistrati a disorientare la collettività. L’uomo della strada, ad esempio, non riesce a rendersi conto del perché ci debbano essere tensioni così accese tra gruppi di magistrati su una vicenda angolare come quella di Acerra”.
Terremoto. Alcune associazioni insorgono. Pronto intervento del CSM.
Fiocco del 15 ottobre 2009. Altra intervista del Corriere del Mezzogiorno al P.G. Galgano il quale ancora una volta non si sottrae. Riconferma subito quanto affermato nell’intervista del 14 aprile 2009 e poi …
Stralci: La ricerca astratta della perfetta osservanza delle leggi dà luogo a soluzioni dolorose e insoddisfacenti per coloro che ne subiscono le conseguenze, siano essi individui o collettività”…omissis.
”Certo, ma se si esaminassero bene le norme, e soprattutto se si applicassero correttamente le regole di interpretazione, queste conseguenze dannose non si dovrebbero verificare”…omissis.

“Ci sono casi in cui la certezza delle proprie idee diventa fanatismo. E uno degli effetti di questa eccessiva sicurezza è quello di non percepire le opinioni degli altri, di entrare in un meccanismo di irrealtà e di errore, insistendovi”…omissis.
Domanda: E come si difende il cittadino da questi pm?
“Il nostro sistema giudiziario è costruito in modo che gli errori vengano corretti, che questi magistrati si scontrino sempre con un muro che li riconduce a ragione. O, almeno, quasi sempre”…omissis.
“C’è il rischio che il fanatismo di alcuni pm venga strumentalizzato dall’esterno per lotte politiche, campagne di stampa, trame cui la magistratura dovrebbe rimanere estranea. La conseguenza è un enorme danno all’ufficio del pubblico ministero”…omissis.
“Il fanatismo di questi magistrati provoca sofferenze alla gente e alla collettività. È un costo che i cittadini devono pagare all’autonomia della funzione giurisdizionale” …omissis.
“Bah. La sezione disciplinare funziona male. Il collegio è troppo numeroso, gravato da un carico eccessivo. E poi subisce gli effetti inevitabili connessi a un sistema organizzativo che ne trascura la terzietà”…omissis.
“Cioè c’è sempre un collega che giudica su un altro collega. Insomma, è gente che fa lo stesso lavoro. E non voglio pensare alla lunghezza delle istruttorie”…omissis.
“È intollerabile anche l’indifferenza mostrata da gran parte dei magistrati per i tempi della loro attività. Questo è un aspetto della professionalità che trovo peggiorato”.omissis.
– Domanda: Ingegni a parte, pensa che i magistrati di oggi siano meno bravi di quelli di ieri?
“Il calo di qualità non è né inferiore né superiore a quello di tutti gli ambienti professionali. Però c’e stato, anche se compensato da alcune eccellenze. È la storia del nostro Paese, del Sud in particolare. Gli altri hanno cento cavallucci. Noi dieci stalloni di razza, ma 90 asini”.

Fiocchi del 15 ottobre 2009. Reazioni. Un’assemblea dei p.m., un comunicato di Lepore; una nota ufficiale del A.N.M.;  una nota dell’associazione magistratura democratica;  un intervento del ministro Alfano. Il vicepresidente  del CSM, Mancino, che chiede una verifica urgente, richiesta da parte dei componenti dell’associazione (dei magistrati) movimenti riuniti, di una pratica a tutela. Il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo (magistrato in aspettativa) dichiara di condividere le esternazioni di Galgano. L’ANM locale ha comunicato di aspettare “una smentita” da parte di Galgano perché le affermazioni di Galgano sono “inaccettabili e gettano discredito ingiusto e gratuito sull’intera magistratura … i magistrati del distretto di Napoli non sono né fanatici né irresponsabili ma applicano la legge con professionalità e coscienza … altrettanto ingiusta appare l’accusa nei confronti della Sezione Disciplinare del CSM … “Giovandomenico Lepore (la cui autonomia decisionale sul caso rifiuti era stata difesa da Vincenzo Galgano) firma un documento di quindici righe. E spiega: “L’intervista rilasciata dal procuratore generale al Corriere del Mezzogiorno è, a mio giudizio, dettata dal clima di turbolenza che nei mesi passati si è registrato in Procura per la nota vicenda dei rifiuti, vicenda per la quale oggi è tutto rimesso nelle mani dei giudici, le cui determinazioni attendiamo serenamente”. Escludo “nella maniera più assoluta” che “qui ci siano magistrati fanatici”, perché “i risultati che in questi anni l’ufficio ha raggiunto nella lotta a camorra e illegalità dimostrando l’alto livello di professionalità dei magistrati di quest’ufficio. Il nostro è un lavoro difficile, gli errori sono sempre possibili: ma le sofferenze maggiori alla gente sono provocate dall’illegalità diffusa, non dalle nostre iniziative, dirette esclusivamente al ripristino della legalità”. … “ – parlando della “qualità media dei magistrati” – ha affermato che “gli altri hanno cento cavallucci, noi dieci stalloni di razza, ma 90 asini” “Sono sicuro che il procuratore generale, nel far ricorso a questi termini, non si sia riferito a magistrati del mio ufficio, altrimenti sarei diventato a mia insaputa il dirigente di una stalla”.
Fiocco del 22 ottobre 2009. Si apprende, da La Repubblica – Napoli  che 72 (su circa 100) magistrati della procura di Napoli hanno sottoscritto un vibrante appello per l’apertura di una pratica a tutela, per i  pensieri e le parole di Galgano, appello pubblicato integralmente sul giornale La Repubblica – Napoli del 6.11.09. Si riporta:
Omissis… “Il tenore delle dichiarazioni attribuite al procuratore Generale, e da questi mai smentite, chiaramente ed immediatamente riferibili ai magistrati del nostro ufficio trascendono l’ambito della serena e certamente legittima valutazione e critica delle azione giudiziaria e assumono, al contrario, i toni della indiscriminata contestazione della attività inquirente.
In termini espliciti, i Pubblici Ministeri della Procura della Repubblica di Napoli sono stati additati quali causa di sofferenza individuale e collettiva nei cittadini e nella gente in ragione di atteggiamenti fanatici o, peggio, asinini…omissis.
Tali accuse sono certamente ancora più gravi e strumentalizzati in ragione della provenienza da soggetto chiamato a ricoprire istituzionalmente il ruolo apicale nella funzione inquirente del Distretto di Napoli…omissis.
Tutto ciò, scredita e delegittima un ufficio giudiziario in cui i sostituti sono quotidianamente impegnati  nell’azione di contrasto a tutte le diffuse forme di criminalità ed illegalità presenti sul nostro territorio, e si presta a facili strumentalizzazioni, 
già riscontrate nella prassi quotidiana, da parte di esponenti del Foro e della opinione pubblica.
Si chiede, pertanto, che Codesto On.le Consiglio voglia valutare la necessità di attivare le opportune iniziative a tutela dei magistrati della Procura della Repubblica di Napoli.”

Il  7 novembre 2009 “non vi sono fiocchi”. Il tempo migliora. Appare, infatti, su La Repubblica – Napoli del 7.11.09, un articolo di Giovanni Marino, Professore ordinario di Filosofia del Diritto, presso l’Università di Napoli “Federico II” il quale comunica che:
• Vi sarebbe un virus che colpisce i magistrati napoletani
• E’ contagioso e crea divisioni perniciose tra le toghe.
• Spinge il C.S.M. a soluzioni estreme.
• E’ incomprensibile tanta virulenza tra magistrati.
• Tutte le energie dei magistrati dovrebbero essere indirizzate a combattere l’illegalità diffusa e non disperse in lotte intestine.
• Galgano è un magistrato coraggioso, è uno che non le manda a dire.
• Lepore è un magistrato equilibrato e senza ombre e poco incline a dichiarazioni roboanti.
• Il virus ha determinato nel tempo varie crisi. L’ultima quella conseguente alle dichiarazioni di Galgano, dichiarazioni sempre molto forti come quando criticò una decisione del giudice di Cassazione Carnevale, noto come l’ammazzasentenze, affermando “se la Giustizia è questa, allora meglio una mano di bridge” (Carnevale assolse imputati di camorra da Galgano condannati).
• Galgano ha criticato, qualche anno fa, senza giri di parole, pure l’allora procuratore di Napoli Cordova ed oggi critica un certo modo di fare le indagini di giovani p.m., critiche esternate con stile diretto e sicuramente poco equilibrate  però senza fare nomi e cognomi.
• Galgano lascia capire che ci sono inquirenti che non si confrontano con la realtà delle prove, innamorati dei loro teoremi.
• Ma Galgano, uomo di settantanni, ha espresso una sua valutazione e si può individuare anche un sostegno a Lepore per le passate querelles intorno alla cerimonia dell’inaugurazione del termovalorizzatore di Acerra ed al suo famoso stralcio delle posizioni del prefetto Pansa e del sottosegretario Bertolaso.
• Epperò, mannaggia (N.D.R. male ne abbia) al virus G il quale ha fatto sì che Galgano “andasse oltre” allorquando ha individuato 10 stalloni e 90 asini tra i magistrati p.m. e con ciò ha costretto Lepore ad intervenire per non essere rappresentato come uno stalliere .
• Tutta colpa del virus G.
• Ora il C.S.M. – Camera di Compensazione – curerà la febbre, con il Tamiflu della Giustizia.
• Il dissidio, però, a ben guardare, è sorto “sul poco”.
• Galgano e Lepore sono due belle figure di magistrati, due buoni capi.
• Sarebbe ingiusto e senza beneficio per alcuno se la magistratura inquirente tornasse a dividersi ed “a mettere in piazza i suoi magistrati” per questioni affrontabili e risolvibili, anche attraverso una dialettica interna, trattandosi di una diversa visione di un’inchiesta, di un’esternazione da toni forti.


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Così termina il cammomilloso intervento del filosofo e saggio Giovanni Marino. Uomo di mondo. Di questo mondo.
Il cittadino, vittima da anni, e che oggi comincia a capire, sta in mezzo. Impotente.