Crollo del ponte Morandi (o Viadotto Polcevera) a Genova. Ma le vere cause?

Il  Ponte Morandi è un ponte autostradale che attraversava il torrente Polcevera e i quartieri di Sampierdarena e Cornigliano, nella città di Genova. Si tratta di un progetto di Riccardo Morandi, commissionato dalla Società italiana per Condotte d’Acqua e costruito fra il 1963 e il 1967. A causa del crollo parziale della struttura, è stato chiuso al traffico dal giorno 14 agosto 2018. La sua caduta ha causato 43 morti ed oltre 500 feriti, i dati sono incerti. Si parla di un vero e proprio genocidio.

Il mondo passava nel giorno più lungo

Genova, 14 agosto 2018 – Sono impressionanti le immagini del ponte Morandi crollato sull’autostrada A10 a Genova. Completamente tagliato in due per 200 metri di lunghezza con le macerie che hanno travolto i palazzi che si trovavano sotto al viadotto. Nel video in alto si vede una parte del ponte che va in frantumi, già immerso in una nube di polvere e foschia. Secondo le prime ipotesi si sarebbe trattato di un cedimento strutturale del ponte, forse connesso al forte nubifragio abbattutosi in zona. I vigili del fuoco stanno scavando sotto le macerie in quanto diverse auto sarebbero rimaste schiacciate dal crollo del viadotto, cedimento che avrebbe fatto precipitare, inoltre, alcuni mezzi pesanti nel torrente Polcevera. Secondo un primo bilancio, le vittime sarebbero decine, questo quanto trapelato dalle parole di Francesco Bermano, direttore del 118 di Genova. Alcune palazzine vicine al ponte sono state sgomberate in via precauzionale, in quanto l’area sarebbe interessata da fughe di gas.

Fonte: https://www.quotidiano.net/cronaca/ponte-morandi-genova-1.4088389

Tra predizioni e ipotesi

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È una storia di ritardi privati e pubblici, di pastoie burocratiche, di rinvii, di sottovalutazioni e di mancati seri allarmi. A parte quello di Morandi che 37 anni fa aveva riconosciuto con qualche preoccupazione il difetto della sua creatura.                        Come il Corriere riportava: Il giorno 23 ottobre 2017, in occasione di un Consiglio regionale, l’assessore alla Protezione civile Giacomo Giampedrone è impegnato in una “interrogazione a risposta immediata” per far fronte alle preoccupazioni di chi abita sotto il ponte Morandi, a Genova.  “Al momento il viadotto non presenta alcun problema di carattere strutturale”, assicura Giampedrone. Ha sentito il direttore del primo tronco delle Autostrade italiane, Stefano Marigliani, che ha chiesto a Giampedrone di tranquillizzare i cittadini.                                                                                                                          Ancora prima: Il ponte sul Polcevera fu interessato da “imponenti lavori di manutenzione straordinaria, tra cui la sostituzione dei cavi di sospensione a cavallo della fine anni ’80 primi anni ’90, con nuovi cavi affiancati agli stralli originari”, spiega l’ingegnere. A. Brencich, professore associato di Costruzioni in C.A. e C.A.P. dell’Università di Genova                                   “La riflessione oggettiva a cui si giunge, alla luce della vita utile che dovrebbe avere una struttura del genere (almeno 100 anni) è che fin dai primi decenni il ponte è stato oggetto di manutenzioni profonde (fessurazione e degrado del calcestruzzo, nonché creep dell’impalcato) con costi continui che fanno prevedere che tra non molti anni i costi di manutenzione supereranno i costi di ricostruzione del ponte: a quel punto sarà giunto il momento di demolire il ponte e ricostruirlo”, continua. Inoltre, nel 2016 era stato avviato un importante intervento di manutenzione, della durata di vari mesi, per il rifacimento di tutte le strutture in calcestruzzo e la sostituzione delle barriere bordo ponte in entrambe le direzioni di marcia.

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Ma a forza di osservare i video del disastro evince l’ipotesi più quotata e probabile, ovvero,  che a spezzare il filo del Morandi potrebbe essere stato un autoarticolato. In particolare, il Fiat Stralis della Mcm autotrasporti di Novi Ligure, precipitato con gli altri nel baratro. Quella mattina stava portando un rotolo d’acciaio: 440 quintali, non molto inferiore al limite di legge che è di 462. Un tir in regola, dunque, ma il più pesante che stava attraversando il viadotto alle 11.36 del 14 agosto. Alla guida c’era Giancarlo Lorenzetto, 55 anni, uscito miracolosamente illeso dal crollo. Lui è naturalmente una vittima della catastrofe.

Fonti: -https://www.corriere.it/cronache/18_settembre_17/giancarlo-ponte-il-super-tir-4a15f560-b9f1-11e8-a205-6445d272b52d.shtml                                                                                                                                                                     – https://www.tpi.it/2018/08/20/perche-ponte-morandi-crollato-cause/

 

L’inchiesta

Il Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti (Mit) con le sue ramificazioni locali e in particolare il Provveditorato interregionale per le Opere pubbliche, e Autostrade per l’Italia. Il soggetto pubblico e quello privato, il proprietario e il gestore, il controllore e il controllato, la struttura che dovrebbe pensare alla sicurezza pubblica e quella che cerca di garantirla con manutenzioni e verifiche.

Potrebbe salire il numero delle persone iscritte nel registro degli indagati per il crollo del Ponte Morandi, a Genova. Una lista di 60 nomi su cui potrebbero ricadere responsabilità penali per la tragedia del 14 agosto che ha causato la morte di 43 persone. E’ quanto hanno predisposto gli uomini del primo gruppo della Guardia di finanza, integrando un primo elenco di 25 persone, in una informativa inviata nelle ultime ore ai pm che indagano sul collasso del viadotto. Ai magistrati spetta ora il compito di un eventuale aggiornamento del registro degli indagati, nel quale inizialmente sono state iscritte 20 persone. I nuovi nomi indicati dalle fiamme gialle nell’informativa alla Procura sono di dipendenti, tecnici o dirigenti di Autostrade per l’Italia, del ministero dei Trasporti e di Spea. Si tratta – secondo l’analisi dei documenti e degli organigrammi aziendali condotta dai finanzieri – di quanti erano a conoscenza delle condizioni del ponte e di chi si occupò del progetto di retrofitting che riguardava i lavori di rinforzo delle pila 9, quella crollata, e della 10.

Fonte: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/15/ponte-morandi-dalla-guardia-di-finanza-ai-pm-di-genova-una-lista-con-60-nomi/4628286/

Ad un mese dalla catastrofe di Genova

Toti ha aggiunto: “Autostrade avrà il compito di interloquire con il commissario straordinario, se no non faremmo un passo alla volta. Il passo che abbiamo fatto oggi è stato di condividere un decreto che divide le competenze fra enti locali e governo centrale”.

Il premier Conte ha detto: “Abbiamo un unico obiettivo: ricostruire il Ponte più bello e più sicuro e restituirlo a Genova nel più breve tempo possibile”. Il primo ministro ha sottolineato “la compattezza e la rapidità con cui questo governo, da subito, ha affrontato la tragedia di Genova, ponendovi massima e costante attenzione. Con lo stesso atteggiamento di unità e di condivisione anche con Regione ed enti locali, continuiamo a lavorare”, “assumendoci piena responsabilità delle scelte politiche che stiamo operando”.

Intanto Autostrade per l’Italia ha annunciato un’operazione trasparenza sul proprio operato: “Sul viadotto Polcevera nel periodo 2015-2018 sono state realizzate 926 giornate di cantiere, pari ad una media per ogni settimana di 5 giorni di lavori su 7”. La società ha fatto sapere che pubblicherà sul proprio sito una serie di schede informative “con l’obiettivo di fare chiarezza su alcuni dei temi più rilevanti nel dibattito seguito alla tragedia di Genova”.

Fonte: https://www.huffingtonpost.it/2018/09/18/ponte-morandi-conte-lavoriamo-compatti-per-genova-toti-entro-10-giorni-il-nome-del-commissario_a_23531067/